Editore Nistri-Lischi, Pisa
Pisa University Press, Pisa
13.
Giacomo Matteotti
Un anno e mezzo di dominazione fascista
a cura di Stefano Caretti
Pisa University Press
2020
12.
Giacomo Matteotti
Scritti e discorsi vari
a cura di Stefano Caretti
University Press, Pisa
2014
11.
Giacomo Matteotti
Socialismo e guerra
a cura di Stefano Caretti
Ed. Plus University Press, Pisa
2013
10.
Giacomo Matteotti
Epistolario (1904-1924)
a cura di Stefano Caretti
Ed. Plus, Pisa
2012
9.
Giacomo Matteotti
L’avvento del fascismo
a cura di Stefano Caretti
Ed. Plus, Pisa
2011
8.
Giacomo Matteotti
Scritti economici e finanziari
a cura di Stefano Caretti
Pisa University Press, Pisa
2009, due volumi
I due tomi di Scritti economici e finanziari avvicinano al traguardo l’edizione delle opere di Giacomo Matteotti curata da Stefano Coretti: finora sette volumi, alcuni dei quali in più tomi. Si tratta di un’opera poderosa – la pubblicazione del primo volume risale al 1983 – che ha quindi richiesto oltre ventisei anni di lavoro. Un impegno di quest’ampiezza non può essere spiegato solo dal pur del tutto giustificato desiderio di rendere omaggio a un martire della lotta al fascismo. Si tratta anche, anzi soprattutto, di ricostruire il pensiero di uno dei massimi esponenti del socialismo riformista italiano: di comprendere il suo contributo al dibattito culturale e politico dell’epoca, ma anche di trarne indicazioni e insegnamenti per affrontare la difficile situazione di oggi.
(Dalla premessa di Alessandro Roncaglia)
7.
Giacomo Matteotti
Scritti giuridici
a cura di Stefano Caretti
Nistri-Lischi, Pisa
2003, due volumi
Giacomo Matteotti, quando abbandonò i diletti studi penalistici per il carattere assorbente dell’impegno politico, da lui sempre vissuto come sacrificio, era all’altezza, quale studioso e quale scrittore, dei più ardui problemi del diritto penale e della procedura penale, dei quali aveva non solo una adeguata visione dommatica ma che dominava in vista di un progresso reale della legislazione e della giurisprudenza. La ripubblicazione in forma ordinata dei suoi scritti giuridici ha non solo il valore di un ulteriore omaggio reso alla sua memoria, ma anche quello di una doverosa sua collocazione nella storia delle dottrine penali.
(Dalla presentazione di Giuliano Vassalli)
6.
Velia Titta Matteotti
Lettere a Giacomo
a cura di Stefano Caretti
Nistri-Lischi, Pisa
2000
Nel 1986 Stefano Caretti pubblicò, con una ampia, esauriente introduzione e una premessa lucida e appassionata di Eugenio Garin, le Lettere a Velia di Giacomo Matteotti… Già nell’introduzione a quel volume, Stefano Caretti tracciò un ampio profilo anche di Velia Titta, sorella del celebre baritono Ruffo Titta (in arte Titta Ruffo) e asserì che le lettere di Velia a Giacomo erano “meritevoli un giorno di stampa completa o almeno largamente antologica”. Quel giorno è venuto, e con ragione Caretti ha pubblicato tutte le lettere di Velia a Giacomo… Su Velia, ancor più che nel volume precedente, qui Caretti si sofferma a lungo; non soltanto sui suoi rapporti con Giacomo, ma sulla sua infanzia e prima giovinezza non immuni da turbamenti familiari e da tristezze, sulle sue prive di poetessa e di autrice di un romanzo, L’Idolatra, che suscitò meritato interesse.
(Dalla premessa di Sebastiano Timpanaro)
5.
Giacomo Matteotti
Il mito
a cura di Stefano Caretti
Nistri-Lischi, Pisa
1995
“Il mito di Matteotti”. Un libro, un intero libro di testimonianze, di espressioni di denuncia o di rammarico, di solidarietà o di protesta, di rabbia o di sdegno, esplose in rappresentanti di ogni ceto e di ogni rango (intellettuali, politici, gente comune) all’indomani del rapimento e dell’assassinio di Giacomo Matteotti…
Categorie diverse, ma uno stesso rifiuto del delitto, del gesto di sopraffazione e di violenza, un identico idem sentire, un medesimo rispetto dei valori umani, della vita umana.
E poi il “mito” alimentato dalla devozione popolare, un mito che si consolida inarrestabile, nonostante i tentativi compiuti del regime (pronto a colpire gli stessi sentimenti di pietà di oscuri passanti, là sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, dove si era consumato il misfatto) nell’intento di “far dimenticare” il sacrificio dell’eroe.
(Dalla premessa di Giovanni Spadolini)
4.
Giacomo Matteotti
Sul riformismo
a cura di Stefano Caretti
Nistri-Lischi, Pisa
1995
“Tutti i miei scritti e discorsi, dal 1898 ad oggi, in tempo elettorale e non elettorale, stanno a dimostrare la immutabilità del mio pensiero socialista e della mia tendenza, dichiarati sempre, insieme alle più schiette e dure verità, al proletariato polesano, senza illusioni e senza lusinghe mai”. Ogni lettore di questo libro non può non consentire; non può non ribadire la pienissima verità di queste parole; non può non attestare e ammirare la coerenza e costanza inflessibile di Matteotti. Donde il perpetuo valore etico-storico, di esempio morale, che serbano queste pagine…
Qui discopro, dopo tanti anni, il volto nuovo, per me nuovo, di Giacomo Matteotti. Nei miei ricordi, nelle mie fanciullesche immaginazioni e trasfigurazioni, è, od era, rimasto come un uomo totus politicus… Il totus politicus era. io credo, in Matteotti una necessità, un Angst, come sapesse di aver molto e troppo da fare, e che i suoi giorni erano contati. Il tempo era breve. Ma seppe vincerlo. E così, oltre il tempo, né solo per il martirio, ma anche per queste sue pagine, rimane.
(Dalla premessa di Piero Treves)
3.
Giacomo Matteotti
Sulla scuola
a cura di Stefano Caretti
Nistri-Lischi, Pisa
1990
Dall’opposizione alla guerra all’opposizione allo squadrismo, dall’opposizione alla legislazione gentiliana all’opposizione alla legge elettorale elaborata per affossare in Italia le libertà democratiche: questo è l’itinerario di Matteotti, senza un tentennamento, senza un passo falso. La presente raccolta ci consegna il suo impegno per i problemi della scuola: un impegno che muove dai primi diretti interventi compiuti nel Polesine per istruire i braccianti e si conclude con la presentazione in Parlamento dell’educazione popolare come un grande problema nazionale. Ma anche in questa sua convinzione (e dei socialisti e di pochi altri che si battono accanto a lui) egli trova ostacoli nella maggioranza moderata del Parlamento che si trincera dietro le difficoltà finanziarie per accantonare le sue proposte e i suoi progetti: una giustificazione troppo spesso addotta per rallentare o arrestare lo sviluppo quantitativo e qualitativo della scuola in Italia.
(Dalla premessa di Luigi Ambrosoli)
2.
Giacomo Matteotti
Lettere a Velia
a cura di Stefano Caretti
Nistri-Lischi, Pisa
1986
Pochi documenti hanno l’eloquenza dei carteggi – di certi carteggi – nel parlarci di uomini e cose del passato: soprattutto quando si tratti di lettere davvero private, che nessuno avrebbe dovuto vedere, oltre il destinatario. Difficile, se mai, è saperle leggere, quelle lettere, con la debita discrezione; più difficile ancora saperle interrogare, e intenderne le intenzioni e i sensi riposti, e apprezzarne il valore, e interpretarle nei loro contesti.
Le lettere di Giacomo Matteotti alla moglie, a Velia, dagli anni di fidanzamento al tragico 1924, che ora Stefano Caretti molto opportunamente pubblica per intero, dopo averle parzialmente utilizzate in studi precedenti, costituiscono, appunto, un documento eccezionale per comprendere in profondità la sostanza umana di lui, e spesso, quasi in trasparenza, i modi di sentire e di reagire di lei. Ma aiutano anche a mettere adeguatamente a fuoco comportamenti politici e, in prospettiva, situazioni drammatiche della vicenda italiana fra la prima guerra mondiale e il fascismo. A saper leggere e interrogare – giova ripeterlo.
(Dalla premessa di Eugenio Garin)
1.
Giacomo Matteotti
Scritti sul fascismo
a cura di Stefano Caretti
Nistri-Lischi, Pisa
1983
All’indomani dell’assassinio di Giacomo Matteotti, Piero Gobetti scrisse che si era voluto sopprimere il capo di uno stato maggiore. Lo schieramento antimussoliniano era, per la verità, già in piena rotta. E’ anche vero, però, che Matteotti aveva dimostrato di avere le qualità politiche e morali del capo, potenzialmente capace di raccogliere gli sparsi gruppi di resistenti a oltranza, sulla base di un piano organicamente concepito, senza illusioni di facili vittorie, ma con la precisa volontà di «non mollare». Gli scritti di Matteotti che Stefano Caretti ripubblica concorrono a dare veridicità e validità al giudizio di Gobetti. Il bilancio del primo anno di governo fascista e la denuncia della parte che il fascismo aveva avuta nel «biennio rosso», il biennio della scalmana massimalistica, integrandosi tra loro costituiscono infatti la motivazione di un piano di battaglia che associa il realismo politico di lungo periodo alla intransigenza che parte da un imperativo etico. Matteotti appare, senza forzature, come il primo, forse degli uomini politici italiani – certamente come il più coerente nel tirare dall’analisi le conclusioni e le direttive d’azione conseguenti – a intendere il fascismo nella sua complessità, a intuire i caratteri di novità, di originalità rispetto a ogni precedente fenomeno reazionario, e a identificarne le tendenze di fondo.
(Dalla premessa di Gaetano Arfé)