L’allegoria femminile si impone nella carta intestata in maniera precoce e diffusa, e ancora nei primi decenni del secolo sembra conservare largo successo. Essa si richiama all’iconografia ricorrente nelle cartoline e nei manifesti di propaganda, nelle testate dei giornali e nelle copertine degli opuscoli. Le è riservata, del resto, la personificazione di concetti e di ideali, non legati al mondo della produzione. Nello schema compositivo più ricorrente si ha a sinistra la figura allegorica con gli elementi iconografici significativi e, a lato, il richiamo paesaggistico.
Tessera del PSI del 1908
(“Semina le idealità”)
Immagine femminile simbolo della
Librairie de Propagande Socialiste di Parigi
Nella carta intestata della Lega Nazionale delle Cooperative e della «Cooperazione italiana», l’immagine della donna appare con una veste panneggiata di ispirazione classica e a seno nudo, il capo cinto di alloro sormontato da una corona turrita. Essa rinvia alla tradizione allegorica risalente alla personificazione medievale e rinascimentale di concetti religiosi (la Fede, la Giustizia, etc.). Nella fattispecie è raffigurata tra oggetti che ne materializzano il significato, come la cornucopia da cui sgorgano denari, immagine dell’abbondanza, o l’incudine sulla quale è poggiato un braccio che regge un ramo d’alloro, simbolo del trionfo del lavoro. Ne è autore Giacomo Campi, per la testata della «Cooperazione italiana» del 1° gennaio 1896, in occasione della fondazione della Lega. Il tutto risulta animato da particolari naturalistici (un nido di uccelli, rami contorti, fiori) in un felice contrasto con gli elementi allegorici. L’immagine, con poche modifiche grafiche, costituirà il «marchio» distintivo della Lega fino agli anni ’70.
Carta intestata della Lega Nazionale delle
cooperative e della Cooperazione italiana (1900)
Sulla copertina dell’Almanacco socialista del 1922 un immagine classica,
quasi preraffaellita, che rappresenta allegoricamente il bisogno di libertà
(il berretto frigo) del popolo italiano
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