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ENRICO FERRI (1856-1929)
Bb. 2, fascc. 28, fotografie 1, opuscoli 4 (1876-1927). Elenco analitico dei documenti.
Enrico Ferri nacque a S. Benedetto Po, in provincia di Mantova, nel 1856, da famiglia di media agiatezza. Compiuti i primi studi nel paese nativo, divenne alunno di Roberto Ardigò al liceo classico “Virgilio” di Mantova e poi di Pietro Ellero alla Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bologna, dove si laureò nel 1877 con una tesi su La teorica dell’imputabilità e la negazione del libero arbitrio. Dopo il perfezionamento a Pisa ed a Parigi dove scrisse gli Studi sulla criminalità in Francia dal 1825 al 1878 ottenne la libera docenza e poi la cattedra di diritto penale, materia che insegnò ininterrottamente dal 1884 al 1929 nelle Università di Torino, Bologna, Siena ed infine Roma. Fu fra i fondatori italiani della sociologia criminale, con opere quali Socialismo e criminalità (1883), Sociologia criminale (1892), Socialismo e scienza positiva (1894), nonché, nel 1919, presidente della Commissione reale per la riforma delle leggi penali, veste nella quale pubblicò un Progetto di codice penale italiano (1921), preceduto da una relazione introduttiva che influenzò largamente la legislazione penale anche di altri paesi. Radicale moderato fu eletto deputato per la prima volta nel 1886. Nel 1893, in occasione del congresso socialista di Reggio Emilia aderì al partito assestandosi su posizioni moderate, che già al congresso di Firenze del 1896 abbandonerà per diventare uno degli ispiratori di un’area di ‘rivoluzionari intransigenti’. Fu direttore dell'”Avanti!” dal 1904 al 1908. Nel febbraio 1911 aderì a Democrazia rurale del socialista mantovano Gatti. Nel marzo 1912, dopo avere votato a favore del decreto di annessione della Libia all’Italia, diede le dimissioni da deputato uscendo dal Partito socialista. Allo scoppio della prima guerra mondiale pur sostenendo la neutralità italiana, non nascose simpatie per l’interventismo democratico. Rieletto nel 1921 nelle liste del Psi per la circoscrizione di Cremona – Mantova, nel 1922 aderì al Psu, ma nei mesi successivi si avvicinò progressivamente al fascismo. Nominato senatore nel marzo del 1929, morì il 12 aprile dello stesso anno.
Bibliografia
- D.B.I., vol. XLVII, Roma, 1997, pp. 139-145, sub voce;
- E.A.R., vol. II, p. 319, sub voce;
- D.B.M.O, vol. II, pp. 342-348, sub voce;
- G. PROCACCI, La lotta di classe in Italia agli inizi del secolo XX, Roma, Editori Riuniti, 1970;
- G. ARFÈ, Storia dell’Avanti, Roma, Mondo Operaio/Edizioni “Avanti!”, 1977;
- V. ACCATTATIS, Introduzione a E. FERRI, Sociologia criminale, Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 9-51;
- A. BERTAZZONI, Enrico Ferri e Filippo Turati, Mantova, Citem, 1980;
- M. DEGL’INNOCENTI, L’età giolittiana (1900-1914), in Storia del Socialismo italiano, diretta da G. SABBATUCCI, vol.II, Roma, Il Poligono, 1980;
- L. CAVAZZOLI, Politica e cultura in Enrico Ferri, Mantova, Arcari, 1983;
- M. DEGL’INNOCENTI, Geografia e istituzioni del Socialismo italiano, 1892-1914, Napoli, Guida, 1984;
- Z. CIUFFOLETTI, Le origini e l’età giolittiana, in Z. CIUFFOLETTI, M. DEGL’INNOCENTI, G. SABBATUCCI, Storia del PSI, vol. I, Roma, Laterza, 1992.
L’archivio di Enrico Ferri è stato acquistato dalla Fondazione Turati sul mercato antiquario e si pone come unica raccolta documentaria esistente, a lato dell’esiguo nucleo conservato presso l’AcS (Cpc, b. 2040, fasc. 9188), del grande penalista ed esponente controverso del socialismo italiano di inizio secolo. Il fondo è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Sovrintendenza archivistica per la Toscana, in data 11 novembre 2002, con provvedimento n.783.
Descrizione archivistica
Il patrimonio documentario di Ferri, in buono stato di conservazione, si compone di circa 500 carte autografe, di un’ampia raccolta di manoscritti e di molte pagine di documentazione a stampa. Tutti i documenti sono analiticamente descritti in un elenco di consistenza, sulla base del quale si possono rintracciare quattro serie archivistiche. Si segnala, inoltre, che una lettera originale di Filippo Turati ad Enrico Ferri del 1898 fu acquisita da Sandro Pertini e si trova pertanto conservata fra le sue carte.
Corrispondenza, fasc. 1, docc. 3 (1916)
Lettere di carattere giuridico indirizzate all’avvocato Eugenio Fano di Torino (con minuta) ed all’avvocato Filippo Carini di Frosinone.
Scritti giovanili e giuridici, fascc. 6 (1876-1895), fotografia 1
Manoscritti autografi relativi agli studi universitari di diritto romano e di diritto criminale, oltre alle stesure con correzioni dello scritto giuridico giovanile Cenni sulla Giuria in Italia del 1879 e della recensione al libro di Raffaele Garofalo, La superstizione socialista del 1895.
Carte processuali, fascc. 16 (1892-1914)
Manoscritti autografi delle difese sostenute da Ferri avvocato, con unita la documentazione completa della corte e dell’accusa. In particolare si segnalano, oltre alle varie cause di omicidio delle quali si conservano gli schemi difensivi, gli appunti per l’arringa, i testi degli interrogatori ed i giudizi psichiatrici, la documentazione del tribunale di Volterra relativa all’appello di condanna per l’Inno dei lavoratori.
Materiali a stampa, fascc. 5, opuscoli, 4 (1906-1927)
La documentazione comprende un’accurata rassegna stampa ordinata dallo stesso Ferri relativa alla crisi socialista del 1906 e l’appoggio al governo Sonnino, fortemente voluta dallo stesso deputato lombardo; nonché una raccolta di recensioni alle sue opere in volume o commenti a interventi in conferenze o in Parlamento. Gli opuscoli a stampa sono dedicati ai discorsi di Ferri, sia alla figura di Mussolini.