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CAMILLO BISERNI (1882-1956)
Bb. 5, fascc. 196, fotografie 50, cimeli 1 (1889-1956; con alcuni documenti posteriori). Elenco dei fascicoli dattiloscritto e schede analitiche manoscritte a cura di M. Morviducci.
Camillo Biserni nacque a Santa Sofia di Romagna (allora Firenze) il 19 novembre 1882. Nel 1907 si laureò in Chimica all’Università di Parma. Avvicinatosi giovanissimo al socialismo, collaborò, come correttore di bozze, al giornale “Alta Umbria” e si impegnò attivamente nel campo sociale: organizzò una lega dei lavoratori edili e nel biennio 1908-1909 si trasferì in Svizzera e in Germania, dove lavorò come manovale, verniciatore e tessitore al fine di conoscere i disagi degli emigranti italiani. Nel 1910 sposò a Santa Sofia Anita Cenni. Trasferitosi con la famiglia a Milano, dove lavorò come chimico presso varie aziende, nel 1914 venne eletto consigliere comunale socialista nella giunta Caldara. Richiamato nel 1915 al fronte, sul Carso venne gravemente ferito alla nuca. Rieletto nel 1919 nell’amministrazione comunale, organizzò varie cooperative, fu membro di numerose commissioni e si occupò della trasferta di un gruppo di orfani di soldati austriaci, ospiti di Milano.
Come antifascista, fu più volte licenziato e, nel 1922, venne aggredito e picchiato. Durante la Resistenza fece parte del Cln di Milano, svolgendo incarichi delicati. Caduto il fascismo, nel 1947 fu rieletto consigliere comunale, poi assessore all’economato nella giunta Greppi. Dal 1951 fu direttore della Centrale del latte. Morì a Milano il 27 dicembre 1956. Pochi giorni prima, il Comune di Milano gli aveva assegnato una medaglia d’oro di benemerenza ed il premio “all’onestà”.
Bibliografia
- G.A.P.C.T., pp. 100-101, sub voce;
- Una famiglia di socialisti. Camillo Biserni e Anita Cenni, nella grande guerra e nella resistenza al fascismo (Dalle carte della Fondazione di studi storici “Filippo Turati”), a cura di G. Muzzi, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 1998.
L’archivio è stato donato alla Fondazione Turati nel 1992 dalla figlia Levia Biserni Baratta, unitamente ad una collezione di 139 opuscoli, alle carte di Anita Cenni e ad un’appendice di documenti raccolti dalla figlia e relativi ai genitori e a ricordi personali. Il fondo è stato dichiarato di notevole interesse storico con provvedimento n. 630 del 4 aprile 1992 dalla Sovrintendenza archivistica per la Toscana.
Descrizione archivistica
L’archivio di Camillo Biserni è stato riordinato e schedato analiticamente. A questo fondo si aggiungono una raccolta di opuscoli e gli archivi aggregati della moglie Anita Cenni e della figlia Levia, anch’essi riordinati e schedati.
Le carte Biserni risultano suddivise in otto serie, a loro volta articolate in venti sottoserie, attraverso le quali è possibile ripercorrere le diverse fasi della vita e i vari ambiti di attività di Camillo Biserni.
Attività a Santa Sofia, fascc. 27 (1903-1923)
All’interno di questa serie sono state enucleate le seguenti sei sottoserie:
· polemica tra Torquato Nanni, Camillo Biserni e i signori Almerigi (giugno-luglio 1906);
· documenti relativi all’attività a Rheinfelden e a Warmbach, documenti e rassegna stampa (1908-1909);
· appunti e discorsi (s.d.);
· Ospedale Nefetti, rassegna stampa, volantini, lettera aperta di Camillo Biserni;
· manifesti e volantini (1903-1920);
· rassegna stampa (1909-1923).
Attività militare, fascc. 17 (1902-1956)
Questa serie è stata articolata in quattro sottoserie:
· attività militare, documenti sul servizio di leva, sulla prima e sulla seconda guerra mondiale, fino alla concessione della pensione di guerra (1902-1956);
· onorificenze di guerra;
· corrispondenza con l’Opera nazionale combattenti e reduci (1920-1921);
. corrispondenza con la Commissione superiore centrale A.M.R.G. (1920).
Attività a Milano, fascc. 30 (1907-1956)
All’interno di questa serie si possono distinguere quattro sottoserie:
· attività al Consiglio comunale (1914-1915, 1919-1922, 1946-1956); · attività politica e sindacale (1913-1954); · rassegna stampa (1907-1955);
· inchiesta sul comunismo, appunti e rassegna stampa (1952-1955).
Corrispondenza, fascc. 66 (1902-1956)
Si tratta di 845 lettere e minute, suddivise in corrispondenza d’affari, corrispondenza privata e corrispondenza familiare. Nella seconda sottoserie figura una missiva di Filippo Turati ad Albenci.
Documenti personali, fascc. 4 (1902-1946)
Si tratta di documenti, tessere, curricula, attestati di servizio ed un diploma satirico.
Appunti, ricordi, caricature, fascc. 4 (1910-1947)
Questa serie è suddivisa nelle rispettive tre sottoserie. Interessanti gli appunti, fascicolati e non, concernenti gli studi e la preparazione professionale di Biserni.
Fotografie, fascc. 7, fotografie 46 (1916-1956)
La serie fotografica comprende immagini pubbliche e private di Camillo Biserni e dei suoi familiari. In appendice alla serie si collocano alcune immagini a colori dell’inaugurazione a Santa Sofia di Romagna nel 1993 della Biblioteca comunale intitolata a Camillo Biserni.
Carte sulla morte di Camillo Biserni, fascc. 3 (1956; 1992)
Si tratta di telegrammi e lettere di condoglianze e di rassegna stampa.
Appendice
Carta intestata, fasc. 1 (s.d.)
Si tratta di carta intestata di associazioni, partiti e periodici socialisti.
Cimeli, 1 (1956)
Si tratta del nastro della corona funebre inviata al funerale di Camillo Biserni dalla sezione milanese del Psdi.
Archivi aggregati:
Carte Anita Cenni, fascc. 29 (1889-1949)
Anita Cenni nacque a Santa Sofia di Romagna il 26 ottobre 1872. Studiò alle Scuole normali di Firenze, dove si diplomò nel 1891 maestra elementare. Per alcuni anni insegnò in Romagna poi in Lombardia, dove si trasferì nel 1902. Conseguì a Milano ed a Pavia numerose specializzazioni in discipline del settore pedagogico e nel 1909 divenne direttrice didattica. Nel 1910 sposò Camillo Biserni. Si prodigò nel volontariato sociale, collaborando con Alessandrina Ravizza, fondatrice della Società umanitaria, promuovendo le “cucine economiche” e battendosi per migliori condizioni igieniche alla classe operaia. La professione della fede politica socialista le procurò numerosi problemi. Nel 1909 fu perseguitata dalle autorità ecclesiastiche e costretta a dimettersi dall’incarico di direttrice didattica a Cassano Magnago, mentre nel 1927 fu cacciata dalla scuola per insufficiente adattamento alle direttive politiche del regime fascista. Continuò tuttavia l’insegnamento trasformando la sua casa in scuola aperta e gratuita a tutti. Fu riabilitata al termine del conflitto mondiale. Morì a Milano il 16 novembre 1949.
All’interno di questo fondo sono state enucleate cinque serie:
· attività scolastica, diplomi, nomine e certificati inerenti l’attività di insegnante, scritti pedagogici e didattici, elenchi, appunti, carteggi (1889-1910 e s.d.);
· carteggio, lettere di familiari e corrispondenza privata (1912-1949); · rassegna stampa (1910, 1949);
· attività extra-scolastiche, documentazione sull’attività politica, umanitaria e sul Consorzio delle biblioteche popolari (1905-1949);
· monumento ai reduci garibaldini (1913-1924).
In appendice si conservano due note biografiche su Anita Cenni (s.d.)
Carte Levia Biserni Baratta, fascc. 8, fotografie 7, opuscoli 1 (1916-1995)
Questo nucleo documentario comprende:
· corrispondenza, lettere per Levia Biserni e per il marito Gustavo Baratta dal 1916 al 1964;
· rassegna stampa dal 1964 al 1979;
· ricordi e fotografie, due fotografie e una nota biografica di Sofia Avoni, una fotografia personale ed alcune note e ricordi sui familiari, un invito alla presentazione di un volume presieduta da Levia Biserni, l’invito e quattro fotografie dell’inaugurazione della Sala “Anita Cenni e Camillo Biserni” presso il Centro culturale “Sandro Pertini” di Santa Sofia nel 1994;
· opuscoli, il catalogo di una mostra su “Cencino” Innocente Biserni, tenutasi a Santa Sofia nel 1995.